Voglio partire, per questo articolo, da un personaggio mitologico affascinante e controverso, il dio Pan, rappresentato dalla leggenda come un semidio, mezzo uomo e mezzo capra (un satiro), talmente brutto nell’aspetto, che persino sua madre, la ninfa Driope, non appena nacque, si rifiutò di prendersene cura. Suo padre invece era un pezzo grosso dell’Olimpo, nientemeno che il dio Ermes, il messaggero divino.
Corna sopra la testa, zoccoli duri, barba folta e appuntita, coda caprina, vello nero sulle gambe: le allegorie del demonio, da Dante in poi, si sono spesso ispirate alla raffigurazione di Pan. Il cristianesimo cambiò molto della mitologia, assimilò le vecchie religioni adattandole. Pan divenne Satana, e i suoi satiri i diavoli. Le lascive ninfe, che si lasciavano dominare da Pan, divennero perfide streghe, e i piacevoli svaghi di satiri e ninfe nel cuore della foresta divennero i sabba infernali dove le streghe si accoppiavano con diavoli caprini e deformi.
Una caratteristica di questo semidio era il suo urlo agghiacciante, capace di lasciare i suoi nemici paralizzati e semi svenuti, in uno stato di panico assoluto, da lì il nome di attacco di panico.
Ma l’associazione tra l’attacco di panico e l’urlo di Pan non si ferma ai sintomi che siamo soliti conoscere (sensazione di vuoto e di svenimento, mancanza di respiro, battito accelerato, tremore ecc…) ma anche alla posizione di mezzo tipica di chi soffre di questa forma di ansia: la sensazione di trovarsi, nella propria vita, sotto lo stipite di una porta, bloccati, incapaci di entrare e di uscire, di fare delle scelte. La posizione di mezzo è tipica del dio Pan: mezzo uomo e mezzo capra, o potremmo dire né uomo né capra, semidio, ovvero né dio né uomo, e comunque mortale (celebri i passi di Plutarco: Tamo, quando arriverai a Palodi, annuncia a tutti che il grande Pan è morto!)
Altra caratteristica di questo controverso personaggio è la ninfomania, intesa come una vera e propria fissazione per le ninfe. In una bella statua del Louvre, Pan è raffigurato con in mano una Pigna e una Siringa, il suo strumento a fiato prediletto. Phinix e Sirinx erano due delle ninfe vittime di questo grottesco personaggio.
L’amore non corrisposto di Pan spesso si trasformava in una vera e propria mania, un’ossessione dagli effetti nefasti. Una vera e propria foia. Pitis, ad esempio, era una ninfa che aveva due pretendenti, Pan e Borea (il vento del nord). Pitis però era innamorata di Pan e, quando scelse di legarsi a lui, il freddo vento del nord soffiò così forte da farla precipitare da una scogliera. La dea Terra la trasformò allora in un pino; la resina che si vede talvolta sulle cortecce dei pini, quando soffia il vento del nord, rappresenta per gli antichi le lacrime di Pitis. Ma esiste anche la versione contraria del mito. Pitis scelse Borea e Pan la uccise, e da lì la scelta di Gea di trasformarla in un pino, con le relative lacrime di resina al triste richiamo del vento del nord.
Siringa, o Syrinx, resta una delle più famose ninfe perseguitate da Pan. Era una vergine, seguace di Artemide, e quando il dio si innamorò di lei, fuggì fino alle rive del fiume Ladon. Ma fu una fuga inutile, perché Pan continuò imperterrito a inseguirla. Per sfuggirgli definitivamente, si fece trasformare in un fascio di canne palustri. Pan, arrabbiato, ne strappò alcune, per costruire uno strumento musicale che emetteva una musica divina, la siringa, appunto. Così l’avrebbe posseduta per sempre.
Non riuscendo a essere corrisposto dalle ninfe, Pan si sfogava con la masturbazione. In essa, c’è la voglia, pan-sessuale, pan-teista, pan-tagruelica, pan-ica, di esplodere in un atto che non ha scopi riproduttivi, se non il piacere fine a se stesso. E in questo si contrapponeva alla fertilità della dea Gea.
La vittima degli attacchi di panico come la ninfa perseguitata da Pan…
Come le ninfe, chi soffre di attacchi di panico si ritrova all’improvviso questo semidio davanti, teme il suo urlo, entra in uno stato di angoscia, il cuore balza in gola, il respiro si accorcia. Pan arriva senza preavviso, compare davanti senza avvisaglie.
E si ricorre a qualunque farmaco per contrastare l’arrivo di questo mostro con le corna (un vero e proprio demonio che assalta all’improvviso). Invano, perché lo psicococco responsabile degli attacchi di panico non esiste, e dunque, il farmaco può essere un aiuto, ma non la cura.
Come le ninfe, dopo il primo attacco di Pan, si entra in uno stato di perenne timore del suo ritorno, nella paura della paura.
Perché compare Pan?
Non esiste una sola causa degli attacchi di panico. Spesso compaiono in presenza di emozioni represse e non vissute, che devono scaricare la loro energia in qualche modo, sul soma (come manifestazioni psicosomatiche, ad esempio), o con l’attacco di panico. Si avrà dunque l’effetto di una pentola a pressione senza valvola di scarico: tutte le emozioni non ascoltate esploderanno nell’attacco di panico, che in molti definiscono, per l’appunto, emozione senza nome. L’attacco di panico, infatti, si manifesta spesso in presenza di alessitimia, l’incapacità di provare ed esprimere le emozioni.
Ma l’attacco di panico ha anche un nucleo depressivo, e diventa il contraltare utile a dare una scossa alla propria esistenza. E ancora, si presenta quando si ha un funzionamento isterico, e diventa allora un mezzo per mantenere le relazioni, o quando si hanno fobie particolari, ossessive, verso un oggetto che ci crea profonda paura.
Ed esistono, poi, casi di attacco di panico in persone che, all’interno della famiglia, hanno assunto il ruolo di capro espiatorio, di sbagliato, di diverso, o, di legame: quanti figli si ammalano per mantenere assieme i genitori, che altrimenti si separerebbero?
Qualunque sia la causa, resta un mezzo per poter ridurre gli attacchi di panico. Ascoltare il dio Pan.
Che accadrebbe se ascoltassimo Pan?
Da psicologo della salute, ho appreso che il sintomo è la migliore risposta che un individuo può dare a partire dalle risorse che ha in quel momento. E, ancora, il sintomo psicologico è un messaggio, un invito, che la nostra mente crea per spronarci a modificare quello che nella nostra vita non sta andando.
Pan si presenta come un mostro, il nostro mostro, ha un aspetto talmente orripilante, che persino sua madre lo ha rifiutato. Eppure, siamo proprio certi che compaia per annientarci? Siamo proprio sicuri che il nostro attacco di panico sia lì per ridurci in fin di vita, per farci del male?
E se fosse un messaggero, che avrebbe da dirci? Se Pan si facesse latore di un messaggio privato, tutto per noi, saremmo disposti ad ascoltarlo?
Agli utenti che seguono un percorso con me, spesso dico che, quando urtiamo il mignolo del piede contro una cassettiera, proviamo un dolore talmente acuto che ci farebbe arrivare a bestemmiare. Eppure, quell’urto, e quel dolore, ci impongono di chinare la testa e guardare uno dei punti più piccoli e dimenticati del nostro corpo: il mignolo, per l’appunto. Ci impongono di vederci, cosa che spesso non facciamo.
L’ansia, gli attacchi di panico, hanno lo stesso scopo. Pan compare col suo aspetto mostruoso per dirci di guardarci, per spostare la nostra attenzione su noi stessi, sulle nostre relazioni, sulle nostre posizioni di mezzo, e aiutarci a risolvere. Di sofferenza, in fondo, Pan è esperto: ogni ninfa, come la madre, lo rifiuta. E’ solo. Meglio di lui, meglio di noi stessi, nessun altro può comprenderci.
Siamo infatti gli esperti della nostra vita. E da esperti di noi stessi ci rivolgiamo a un altro esperto, lo psicologo, esperto del cambiamento.
E andiamo, seguendo l’invito di Pan, a lavorare su quel nucleo che genera l’attacco di panico, che il più delle volte è depressivo. L’ansia che proviamo è anticipatoria. E’ la paura della ninfa che quel “mostro deforme” compaia di nuovo. Ma la ninfa può andare oltre l’aspetto terrificante e ascoltare ciò che Pan ha da dirle.
La cura del dio Pan.
La cura migliore non è utilizzare un farmaco come useremmo un crocifisso per scacciare un demonio, ma bensì ascoltare quello che Pan vuole narrarci di noi. Aiutarlo a mettersi con una mano sulla nostra spalla, in una posizione più amichevole, e raccogliere da lui le energie per modificare ciò che non va. Se siamo in grado di esplodere nell’attacco di panico, abbiamo anche energie sufficienti per modificare ciò che nella nostra vita non va, quelle stesse energie che ci esplodono dentro perché non le usiamo in modo produttivo.
Nelle terapie avviene una sorta di miracolo: non appena si ascolta ciò che Pan ha da dirci, Pan scompare, perché non ha più nulla da dirci. Non appena diamo senso al nostro attacco di panico, smettiamo di soffrirne, perché non c’è più alcun motivo per cui debba comparire.
E bastano pochi incontri di terapia per far cessare la sofferenza degli attacchi di panico. Poi può accadere che le terapie proseguano, perché si scopre che dentro di noi ci sono fratture da rimarginare, emozioni represse da ascoltare, relazioni da chiarire, posizioni nuove da assumere, risorse da trovare o da scoprire di avere già (ri-trovare). Spesso gli attacchi di panico sono la punta emersa dell’iceberg e la loro causa è molto più profonda. Ma la si affronta in assenza del sintomo, con maggiore leggerezza e serenità. Perché Pan non aggredisce più: non ne ha bisogno, si è messo con la mano sulla spalla ad indicarci quello che non va.
Un caso
Giada è una ragazza di trent’anni, che vive a casa con i genitori. Mi chiede un appuntamento dopo l’ennesimo attacco di panico, avvenuto in ufficio. Ne soffre da diversi mesi e compaiono all’improvviso, senza alcun preavviso. Battiti accelerati, sudorazione fredda, respiro corto e sensazione finale di svenimento.
Bibliografia
DSM-IV-TR Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (2002) Masson, Milano
Garufi Bozza, G. (2016) Ansia e attacchi di panico, articolo on line su giovanniarufibozza.it/psicologosalute
Garufi Bozza, G. (in pubblicazione) L’amore che Viola.
Hillman, J. (1977) Saggio su Pan, Adelphi, Milano.
Pastor, S. (2011) Pan, il dio grande fecondatore, articolo su latelanera.it
Quattrocchi, A. (1993) Miti, Riti, Magie e Misteri dei Greci. Vallardi, Milano.
Autore: Dottor Giovanni Garufi Bozza, psicologo, Psicoterapeuta, Esperto in Psicologia della Salute, Consulente tecnico di parte area Civile e Penale. Contattami qui.