Psicoterapia e Psicopromozione della salute non sono due processi separati. Li descrivo in due sezioni diverse per chiarezza espositiva.
Voglio partire da un mito greco, secondo il quale Esculapio, dio della medicina, aveva diversi figli e figlie, tra cui Panacea e Igea. Panacea era la personificazione della guarigione universale e onnipotente. Igea la personificazione della salute, che, secondo la mitologia, insegnava ai Greci come essere sani.
La medicina moderna, nello sforzo certamente coronato da notevoli successi di sconfiggere la malattia, ha finito per oscurare (a vantaggio di Panacea) Igea. L’impegno a rispettare Igea, per lo più, non è andato oltre la ”prevenzione” della malattia: raramente si è spinto fino a promuovere comportamenti che favoriscono la salute.
Il lavoro di uno psicologo della salute non si limita a prevenire o a curare la malattia, come un qualcosa di ”altro da sé”, ma si impegna a promuovere un processo di ”sviluppo della salute”, o ”benessere”.
L’OMS ha rivisto da qualche tempo la definizione di salute, non più considerata come assenza di malattia, bensì, in termini positivi, come ”stato di benessere fisico, psicologico e sociale”. In questo spostamento di baricentro sul versante della salute, viene coniato il termine di salutogenesi (Antonovsky 1979) chiaramente oppositivo rispetto a quello di patogenesi.
Non si vedono unicamente i meccanismi che conducono allo stato di malattia, ma anche i fattori che orientano verso lo stato di salute. Questa impostazione comporta a vari livelli una riorganizzazione delle priorità, con uno spostamento di accento dalle fonti della morbilità, verso un miglior sfruttamento delle sorgenti della salute.
Non si tratta dunque di rimuovere qualcosa, come si propone di fare la medicina, ma di promuovere risorse e competenze già presenti in te che, rinforzate e ampliate, consentono di aumentare il livello di benessere e la qualità delle tue relazioni con gli altri.
Questa è quella viene chiamata psicopromozione.
I due termini e i due processi, vanno a fondersi in un unico lavoro. Ecco perché, contattandomi, non dovrai scegliere tra psicoterapia e psicopromozione della salute, sono processi che vanno insieme. E’ il valore aggiunto che uno psicologo della salute propone nel suo lavoro: la promozione delle risorse e del benessere, attraverso cui affrontare la patologia.
In ogni momento della tua vita, non c’è unicamente la salute o la malattia. Ci sono sempre queste due entità coesistenti. Se vai a vedere, la vita stessa, anche quando tutto funziona perfettamente, è una malattia terminale. E persino negli ultimi stadi di vita, o in presenza di gravi patologie, troviamo aree di risorse e di salute. Quindi, va bene prendersi cura di un problema (es. l’ansia), ma partiamo da tutti i tuoi talenti e le tue capacità e risorse, per migliorare il tuo benessere.
Ti faccio un esempio banale: hai mai notato che quando salutiamo una persona per strada e le chiediamo come sta, nel caso ci risponda “male!” la riempiamo di domande, mentre se ci risponde “bene” non le chiediamo nulla? Come mai sta bene? Cosa la fa stare bene? Cosa ti fa stare bene, accanto a quello che ti fa stare male?
Altro esempio: Hai mai notato come per le malattie fisiche usiamo prevalentemente il verbo avere (ho un raffreddore, ho la febbre, persino ho un tumore) e per le patologie psichiche usiamo il verbo essere (sono ansioso, sono depresso…)? Se possediamo qualcosa, la possiamo gestire, domani potremmo non averla più. Se siamo qualcosa, difficilmente saremo altro. Ci siamo inventati, come società, che un sintomo possa definirci totalmente. Non è così. Possediamo salute e possediamo malattia: le possiamo gestire entrambe, a vantaggio della salute.
Riferimenti per approfondire:
– Health, Stress and Coping (The Jossey-Bass Social and Behavioral Science Series) by A. Antonovsky, 1979.
– Psicologia della Salute, di Mario Bertini, 2012, Raffaello Cortina Editore.