Sono in viaggio da ore, giorni, mesi, anni e non arrivo mai.
“Non avere fretta…” mi dico.
È ancora presto per l’ultima fermata.
Caro Visitatore,
Il lamento della medusa è il secondo libro che ho letto di Anna Cibotti. Rispetto al primo, L’incrocio, anch’esso di racconti, seppur con un nucleo centrale a collegarli, è palese l’evoluzione artistica dell’autrice.
Scompare la ruvidezza e appare una fluidità che accompagna il lettore pagina dopo pagina. Lo sfondo è noir, con finali che spesso lasciano riflessioni sospese. In soli tre la trama si somiglia, iniziali, e temevo ci fosse un susseguirsi di morti e omicidi.
Mi ha offerto molto di più.
In buona parte dei racconto c’è un’oscurità da incontrare e svelare, che si chiami morte, mistero, brivido o ossessione. In molti racconti c’è una metafora palese. Un paio, francamente, non li ho compresi nel loro messaggio.
A far da intervallo delle poesie, molto riflessive, che fanno scoprire un talento in più di Anna Cibotti. Forse mi hanno catturato anche più dei racconti stessi.
Nel momento dell’addio, / apri le sbarre / della tua indifferenza. Bagna le tue ciglia e libera / quell’unica lacrima. /Per me.
La vera forza di Anna è nell’essenzialità, in poche righe ti dice tutto e non fa mancare nulla. Spesso utilizza immagini davvero piacevoli. (La nebbia) quella coltre grigia che sembrava una maschera di cera, plasmata ad arte sul mondo per nascondere i peccati.
Unica critica è nell’uso frequente, talvolta, dei punti esclamativi. Non aspettarti un abuso, caro Visitatore, ma lo avrei semplicemente evitato in quasi tutti i passaggi da lei ricalcati. Probabilmente perché toglieva a me lettore la possibilità di metterlo io stesso quel punto esclamativo.
È un libro denso di racconti, da leggere un poco alla volta. Non lascia il tempo di entrare in profondità, perché si salta da una storia all’altra, da una composizione poetica all’altra, da una riflessione all’altra. Probabilmente è da leggere in periodi diversi. Si apre a caso e ci si immerge in un racconto o in una poesia, la si chiude e si lascia a decantare.
Se ciò toglie in una lettura lineare, è probabile arricchisca nel lungo termine.
Discreti i racconti, ottimi i componimenti poetici.