Caro Visitatore,
Il percorso del mio romanzo L’Amore che Viola inizia in un piccolo paese dell’Abruzzo, che ha aderito alla campagna Una targa per la vita, con l’esposizione di una targa in memoria di tutte le donne morte per nano violenta di chi diceva di amarle.
Sabato 11 agosto, ore 17, presso il Teatro Giuliani, del Comune di Castel del Monte, ha debuttato L’Amore Che Viola, il mio ultimo romanzo. Con grande emozione l’ho presentato, riferendo come sia il frutto delle tante riflessioni che negli ultimi due anni ho portato e appreso, nel lungo percorso di esposizione delle Targhe per la Vita.
Era bello presentare Alina. Si andava sul sicuro. Il romanzo aveva avuto tante recensioni positive.
Diverso è presentare un romanzo appena uscito, che parla di violenza, ma che si focalizza soprattutto sull’ambivalenza del genere umano, che dondola tra l’Eros, a tratti sfrenato (avrò forse esagerato in alcune pagine del romanzo?) e il Thanatos violento, tra l’ambiguità del narcisista (piacerà o non piacerà come personaggio?) e la fragilità della protagonista (la tollererà il lettore?)
Tante domande si annidavano nella mia mente, mentre scrivevo dediche e firmavo copie. Ma con fiducia ho lanciato Viola, certo che farà la sua strada.
Perché in fondo, parla di noi, dei nostri tratti più profondi, delle nostre fragilità, del nostro essere violenti, passionali, emotivi.
Del nostro essere umani.
Dunque, buon viaggio, Viola.
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