Tra “Giornata internazionale della donna” e “festa della donna” corre un abisso, che non è solo semantico.
E’ l’abisso che divide una società che vuole cambiare, che mira alla parità, da una civiltà che vuole restare uguale a se stessa, con le sue disparità.
Nel primo caso si pensa a questa giornata guardando a ciò che si è fatto nei 364 giorni precedenti, e si volge il pensiero ai 364 successivi, in termini di parità dei diritti e dei doveri, perché ognuno di noi dà e può ancora dare il suo contributo, ogni giorno, in ogni luogo. Nel secondo caso si fa una festa del tubero.
Il che, nel 2017, è anche abbastanza umiliante.
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