Caro Visitatore,
ho letto
I non morti, di Matteo Mauri, edito da Edizioni DrawUp.
Gino e Giacomo sono a casa, in un giorno come tanti.
Bussano alla porta, è la polizia che li ammanetta conducendoli fino in piazza Duomo, dove vengono rinchiusi in un’immensa uccelliera adornata per il Periodo di Giusta Punizione. L’Italia non ha più un sistema giuridico, ma una giustizia che funziona solo una volta al mese nell’arco di un intero anno.
Vengono ingiustamente accusati e portati in un carcere, immerso nella zona Frutta & verdura di un grande supermercato.
«Dovete piegarvi e infilarvi in quegli scaffali, per cortesia. Lo fanno tutti, è la prassi.»
«Lei è un Non-morto le dico, e adesso si pieghi come una camicia, su… Allora?! Entri, incominci dalle gambe!»
Da giorni non mangiavano, non bevevano, eppure erano ancora vivi…
Un libro che fa interrogare il lettore sulla vita e sulla morte, in un limbo di sospensione dove i protagonisti sono costretti a sostare. Un carcere paradossale, in un supermercato, che ricorda in qualche modo il braccio della morte statunitense. Con le dovute differenze.
I prigionieri di questo supermercato-carcere sono sospesi tra la vita e la morte, possono essere definiti solo con una doppia negazione, non vivi, e,per l’appunto, non morti. Tra i banchi che vendono i prodotti alimentari e i clienti costretti a fingere di non vederli, aspettano il buio definitivo, che non si sa quando arriverà.
L’intuizione di Mauri si rivela interessante e permette all’autore di ampliare in riflessioni filosofiche di vario genere, sull’esistenza, sulla sospensione, sulla morte.
Nonostante sia ben scritto, questo testo ha però un limite importante, che per il tipo di storia forse è inevitabile: un ritmo narrativo decisamente lento. Ci si ferma più volte nella lettura, dato che in molte pagine non accade praticamente nulla. Dopo un inizio molto veloce (troppo veloce!) si entra in una condizione di stasi, che si ripercuote inevitabilmente anche nella lettura.
Probabilmente l’autore poteva osare molto di più, ma per definire la mia opinione su questo romanzo, mi trovo anche io a dover utilizzare una doppia negazione: non mi è piaciuto, non mi è dispiaciuto.
GGB
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