Caro Visitatore,
Oggi ti parlo di Tutti sul tetto, romanzo eccessivamente breve di Daniele Semplici.
Mi spiace valutare un romanzo come mediocre, ma sono convinto, da lettore, che si poteva fare decisamente meglio, specie per gli spunti narrativi che la storia offre e che potevano essere curati maggiormente.
Purtroppo ha vinto la fretta.
Cominciamo dallo stile. L’autore gioca poco con i periodi, non osa, sceglie un’eccessiva semplicità. La storia è un susseguirsi di frasi dirette, soggetto, predicato e complemento oggetto. Mancano subordinate, metafore e, per me grandi assenti, emozioni pungenti, anche in passaggi dove era possibile inserirle.
Un padre che, indirettamente, causa l’incidente del figlio si ritrova a fare poco e niente i conti con la sua coscienza.
Il romanzo non ha il tempo di iniziare che è già concluso, con sbalzi temporali disarmanti. Nonostante l’appetibilità emotiva di alcuni eventi (possibile perdita del figlio, scontri generazionali, lotte operaie, e via dicendo ) il tutto resta appena accennato, al punto da risultare prevedibile. A metà romanzo ci si immagina già come andrà a finire, senza colpi di scena, cambi di ruolo, crisi personali, che si sarebbero trasformati in ottimi spunti di riflessione per il lettore.
Si crea una sorta di disarmonia tra chi legge e chi narra, laddove viene ripetuto spesso che il tal personaggio “resta sorpreso non si aspettava quella reazione”, di fronte a un lettore che non si sorprende per nulla.
Resta quindi un copione, un canovaccio di storia che avrebbe potuto dare molto di più.
L’invito che voglio fare all’autore è proprio questo, sentirsi maggiormente libero di osare, di stupire il lettore, di giocare con le parole e il loro significato. Sono certo che, scavandosi dentro, affrontando le sue paure e i suoi fantasmi, riuscirà a stupire il lettore.
Io lo aspetto per la prossima storia, da cui spero emerga maggiore spessore e complessità.
Sinossi:
Il romanzo intreccia i problemi generali dell’attuale crisi economica, che rimangono comunque solo sullo sfondo, con quelli lavorativi e personali del protagonista, un tranquillo rappresentante di auto spinto dal suo capo a diventare suo complice in una truffa, oggetto di un’indagine della polizia.
L’incontro con un uomo più anziano, che riporta alla memoria un passato dimenticato, e il grave incidente del figlio, con il quale aveva un rapporto conflittuale, lo fa ridestare da una vita vissuta sottotono.
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