La Paola dei miei sogni scivolava sullo sfondo
e quella vera si rifletteva in mille specchi,
ognuno dei quali mi dava un’emozione diversa.
Caro Visitatore,
Non ho mai apprezzato molto i libri di racconti, li trovo in qualche modo frammentari. Spezzano trame al momento topico, costringono a ricominciare continuamente una storia nuova.
Eppure, questa mia posizione di antipatia non mi ha impedito di apprezzare E niente indietro di Andrea Tavernati.
Fin dalle prime pagine ho apprezzato lo stile, morbido, scorrevole, con un ritmo narrativo notevole. Il solo racconto che ho apprezzato meno stilisticamente (ma anche per contenuto) è l’ultimo, dove trionfa uno stile (fanta)scientifico, (fanta)nozionistico, annoiante.
Andrea Tavernati mostra una capacità invidiabile di mutazione, eppure è possibile scorgere alcune comunanze tra certi brani, che mi hanno davvero colpito.
La prima è un riferimento continuo alle emozioni, la seconda è la presenza di una sensualità, in alcuni passaggi straordinaria. La terza è la costante presenza di un’aura di mistero, accattivante.
Le descrizioni che fa in più racconti hanno una delicatezza magica. Il ragionamento che propone nel racconto Il libro di Eva sulle diverse forme di linguaggio esistenti e sull’origine della parola è mirabolante e seducente.
Andrea non offre solo uno scritto, offre sfumature di emozioni ben disposte. Si passa dal timore al sensuale, dal corpo alla natura. Dal particolare all’universale.
Credo che i racconti siano stati disposti in un continuum ben pensato. Si passa dal reale al fantascientifico, e in questo cammino, Tavernati prende per mano il lettore e lo porta fino a universi inesplorati, rispettando i tempi fino al penultimo racconto, ed esagerando nell’ultimo.
In questo percorso incastra perfettamente nozioni di fisica quantistica e filosofia. E lo fa grazie a una dote narrativa notevole. Ecco perché sono rimasto deluso dall’ultimo scritto, perché ha lasciato improvvisamente esplodere fantascienza e nozionismo, senza soluzione di continuità rispetto ai precedenti racconti.
Ma il resto è una perla di complessità, di narrativa e di capacità di assumere punti di vista diversi, tra il dentro e il fuori, tra il narrato e l’esplicativo, tra corpo e mente, tra uomo e donna, tra il singolo e l’universo.
Piccola lode va anche all’editore, per aver selezionato una splendida raccolta di racconti e avergli fornito una copertina accattivante e un editing ottimo.
Libro consigliato.
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