Oggi ti presento una silloge poetica di Francesco Montalto, intitolata Stabili Equilibri precari.
Sono poesie scritte tra il 2008 e il 2011.
Sono componimenti dove il mentale ha priorità sulle emozioni. Francesco Montalto cita spesso la distanza tra le menti, la chiusura ottusa del pensiero. L’emozione dominante è la melanconia, il luogo prevalentemente citato è un fumoso bar dove annegare i dispiaceri, in un cinereo pessimismo.
Appare la sensazione di un tempo sfuggevole e decadente che vola sull’inutilità delle giornate e delle nottate. Il sogno è preferibile alla realtà e predomina l’ambiguità: Francesco Montalto cita un pensiero e il suo esatto opposto, poche righe dopo, in un’antitesi continua, come già dimostra il titolo: equilibri stabili ma precari. Vista e udito, infine, appaiono come sensazioni dominanti.
Ho qualche perplessità sulla forma delle poesie. Non mi è piaciuta la scelta di rinunciare totalmente alla punteggiatura, e non ho compreso che scelte stilistiche ha adottato Francesco Montalto nei suoi componimenti, dato che cambiano spesso, a tal punto da sembrare del tutto arbitrarie.
I testi appaiono così più brani adatti a delle canzoni più che poesie, pur mancando di quel suono melodico che solo un bravo compositore di parole e periodi può creare, e pur mancando di metafore.
I componimenti più apprezzati? Schiavi di convenzioni, Surreale oscurità e Come una spia. Ed è davvero notevole la copertina, che ha stuzzicato il giusto interesse per il contenuto del testo.
Sul resto, credo ci sia ancora molto da lavorare, ma segnalerò a Francesco persone che di poesia ne sanno molto più di me, e che possono aiutarlo a trovare le risorse del suo stile e a migliorarsi.