confesso di non essere molto ferrato nello scrivere recensioni sulla poesia. Credo che possa farlo solo chi abbia l’orecchio, l’occhio e tutti gli altri organi percettivi allenati alla lettura della stessa o chi si diletti a scriverla. Se guardi alle vecchie recensioni, noterai che i commenti alla poesia scarseggiano, non perché non apprezzi il genere, ma perché non mi sento in grado di andare oltre al semplice “mi è piaciuta/non mi è piaciuta”. Non ho i sensi allenati a tale scopo.
E d’altronde, la stessa autrice che commento oggi scrive: nessuno può dirsi poeta. Possiamo provare. Meglio però indicarsi come profani, ammettendo i propri limiti e accettando l’idea che si debba ancora conoscere.
Essendo stato sollecitato in tal senso, proverò comunque, nonostante la premessa, ad esprimere un mio personale commento alla silloge di Tamara Vittoria Mussio, Quattro stelle cadenti e una lucciola. Ho avuto il piacere di leggerlo in anteprima, grazie all’e-book che l’autrice mi ha gentilmente regalato. Si tratta infatti di un testo fresco di stampa, la cui stesura si è conclusa ad agosto 2013.
Da notare lo stile semplice ed essenziale che la Mussio utilizza nelle sue poesie, che in poche righe si manifestano in tutta la loro completezza. Sembra quasi essere un omaggio ad Ungaretti, omaggio che traspare però nello stile e che non viene mai esplicitamente citato dall’autrice.
Questa è la nota positiva. Una piccola critica la muovo personalmente alle ripetizioni di parole, che talvolta compaiono tra un verso e l’altro, all’interno dello stesso componimento, e che stridono un poco all’udito.
Nella presentazione dell’opera, Tamara dichiara che nel leggere le sue poesie non si entrerà nel suo mondo. Io dissento da questa posizione e mi metto in accordo con Adriano Petta, che ha scritto la prefazione al testo: Tamara ci fa scalare la Sua montagna. È chiaro comunque che le sue poesie appaiano come piccoli specchietti, capaci di riflettere la propria anima e di mostrare in che misura essa si adatti alle sue parole.
Di rilievo sono certamente due elementi: le note d’autore, che danno una lente in più per osservare e comprendere i gruppi di componimenti poetici, sebbene vadano riviste alcune imperfezioni grammaticali, e le illustrazioni inserite nell’opera, che forniscono una piacevole cornice a completamento delle poesie.
Inizialmente mi era sfuggito il legame tra il titolo (Quattro stelle cadenti e una lucciola) e il contenuto, ma qui ho chiesto lumi alla stessa Tamara: le quattro stelle cadenti rappresentano le quattro sezioni della silloge, 4 desideri: 1- Imparare dai classici (More Maiorum), 2-Seguire i moderni (Profanitas), 3- Avere un compagnio di viaggio in questa avventura che è la scrittura (Comes Itineris), 4- Ricordarmi da dove sono partita (Obscura Vox). La lucciola è l’Ad Memoriam, un omaggio alla memoria di una persona straordinaria.
Per giudizi più approfonditi, rimando Tamara a una lettura esperta da parte di poeti di spessore, come Andrea Leonelli, Elisabetta Bagli, Michela Zanarella, Alessandra Prospero e Lino Milita, di gran lunga i migliori per valutare un’opera poetica. Io, nel mio piccolo e nella mia ignoranza poetica, ho scritto il mio pensiero.