oggi condivido con te il racconto della mia esperienza a Cinisello Balsamo (MI), dove ho ritirato il primo premio vinto dal mio romanzo Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità.
Ho partecipato alla terza edizione del Concorso internazionale di Prosa e Poesia, bandito dall’associazione La Finestra Eterea, aggiudicandomi la prima posizione.
Sono partito alle 8:30 di mattina dall’aeroporto di Roma Ciampino, il che ha comportato una sveglia alle 5:30 e una grossa dormita in aereo, sospesa dall’atterraggio brusco, con tanto di rimbalzo…
Atterrato a Bergamo, un comodo pullman mi ha portato alla stazione centrale di Milano (un’altra ora di sonno…)
Ho contattato gli organizzatori per capire come arrivare dal capoluogo a Cinisello, scoprendo che la mia ottima pianificazione del viaggio aveva fatto sì che l’ostello stesse proprio sulla strada per arrivare a Cinisello… Avrai capito che l’ottima organizzazione è sinonimo di un gran c… ehm! Una gran fortuna! 😀
Veloce passaggio in ostello per scoprire che a fino alle 12 non si ammettevano check in (per fortuna l’uso del bagno sì!), e via per Cinisello Balsamo… Non saprei dire che strada ho fatto con metro e pullman, ma non per aver dormito ancora, per aver letto, cosa che mi astrae dalla realtà anche più delle palpebre chiuse.
La prima cosa che ho scoperto è perché la cittadina si chiami Cinisello Balsamo… E’ uno dei luoghi più puliti che abbia mai visto! Non una carta per terra, non un mozzicone di sigaretta, tutto pulito e ordinato. Un solo handicap… avessi trovato mezzo internet point per mettere
on line la puntata di Radiovortice di quel sabato… ^^’
Dopo un giro in città e un buon caffè, sono arrivato a Villa Ghirlanda, dove erano in corso gli ultimi preparativi della cerimonia, nella Sala dei paesaggi. Appena sono entrato, la prima impressione è stata: “Mi sono sbagliato, troppo sfarzo…”
Ma era lì…
Ho avuto il piacere di conoscere Rosario Medaglia, Zuzana Holubeikova e altri membri della giuria. Il loro primo dialogo è stato: “Complimenti, il suo libro ci ha estasiati”
Avevo voglia di chiedere: “Sicuri? Proprio quello che è esposto lì, quello che inizia per esse, non c’è proprio, proprio nessun errore? Cioè, insomma, addirittura estasiare… Stiamo davvero parlando di me?”
Mi sono limitato a un ringraziamento imbarazzato e mi sono seduto a metà sala.
Quando è iniziata la cerimonia, con lo stato della situazione sociale italiana e con le prime premiazioni, ho aspettato fermo il mio turno, ascoltando i premi e le motivazioni addotte.
Venivano premiate la poesia, la prosa e le arti figurative. C’erano 4 tipologie di premi:
Diploma e medaglia per le segnalazioni.
Una piccola coppa(grande come il palmo della mano) per terzi classificati
Una coppa media e diploma per i secondi.
Un coppa grande con diploma per i terzi.
Al mio turno, l’emozione è stata incredibile, il cuore è balzato in gola, grazie anche alle parole di Rosario Medaglia che hanno accompagnato il mio turno: “Un libro che ci ha deliziato”
Quando, con un’improvvisa paralisi, ho ascoltato le motivazioni del premio, quasi non credevo che stessero parlando di me.
L’autore, Giovanni Garufi Bozza, è riuscito nel suo scritto a realizzare in pieno gli intenti che si era prefissato, a presentare diverse personalità all’interno di uno stesso essere, spesso in contrapposizione le une alle altre, fino a stridere e a sviluppare reazioni incontrollate, ma anche ad aiutare le stesse a condurre quelle analisi dell’animo e comportamentali, sfocianti nel desiderio della rinascita, attraverso l’eliminazione di quelle ingombranti, nate in momenti particolari, che avevano trovato la persona indebolita per eventi drammatici e catastrofici, e quindi senza difese.
Il testo presenta le dinamiche e gli accorgimenti per evitare ritardi e sovraccarichi nelle svolte da un argomento all’altro e di sapere restare su altri il tempo utile per approfondirli.
Lodevole è il senso di responsabilità, l’amicizia, il non arrendersi che trapela in ogni rigo, con la costanza, il coraggio e l’amore rappresentante la gioventù, attraverso l’azione del personaggio Daniel, che ne segue le fasi.
Rosario Medaglia
Ho preso, sempre rigido come una salma, la mia coppa e il mio diploma, ho stretto le mani della giuria e sono andato al mio posto, realizzando finalmente di aver vinto il primo premio.
Sono rimasto fino alla fine della premiazione, ho ringraziato e salutato la giuria con una promessa: attendono il secondo libro (che tra parentesi è pronto e deve solo essere pubblicato… farò in tempo per il prossimo anno?). Un’altra dose di complimenti reciproci per libro e per l’organizzazione perfetta del concorso e sono tornato a Milano.
Il bello della rete è che ci connette con persone di diverse città, il bello dell’essere prosociali è di avere volontà di incrementare la conoscenza con l’altro con il non verbale, incontrandosi di persona. Il mio volo sarebbe partito solo il giorno dopo, di pomeriggio, perché dunque non approfittare per incontrare qualche scrittore di Milano?
La sera è stata in compagnia di Erika Corvo, conosciuta grazie all’intervista per Radiovortice. Avremmo potuto scrivere un libro su “come passare il sabato sera a tenersi gli addominali per le risate”.
Una persona stupenda, di una simpatia e di una semplicità disarmante. Abbiamo cenato assieme alla figlia e a un loro vicino di casa, per poi andare a passeggiare dentro un parco immenso, il Parco delle Cave, pieno di laghi e, data l’ora, di buio.
La sera, tornato all’ostello, ho finalmente preso possesso del mio letto, conoscendo i miei compagni di stanza, tutti ragazzi in viaggio di diversa nazionalità.
Ecco perché amo gli ostelli, permettono di conoscere giovani di diversi Paesi, di aprire le porte della mia cultura allo scambio. C’era uno spagnolo in vacanza, disperato perché non conosceva ne l’inglese né l’italiano, e comunicare per lui era molto difficoltoso, nonostante
alcune somiglianze delle rispettive lingue; un argentino in viaggio per un mese, per le diverse città d’Europa (beato lui!); un giovane serbo che parlava perfettamente inglese e che studiava informatica.
Parlottando per un’ora con lui, ho ricevuto eccellenti suggerimenti per rendere più agile e funzionale il blog. Appena avrò modo, li applicherò e vedremo gli effetti 😉
Il giorno dopo, dopo un bel giro per il centro di Milano, ho incontrato un altro autore, conosciuto on line all’epoca in cui il mio romanzo era edito sul miolibro.it, Andrea Panza, di cui ho letto In Corsivo.
Di fronte ad un dolce spettacolare, mi ha parlato di una sua nuova pubblicazione, La sindrome, il cui argomento centrale è il narcisismo. Sarà presto tra le mie mani 🙂
E’ stata un’esperienza divertente, che mi ha dato la possibilità di vivere la vincita del premio, di rivedere Milano e di conoscere di persona due bravi autori.
L’emozione più grande? Prendere consapevolezza di quanti passi mi stia facendo fare questo romanzo. E’ come vedere una (o due?) figlia crescere, camminare con le sue gambe, condurti lontano e riempirti di soddisfazioni.
Complimenti per il premio Giovanni! In poche righe, con parole semplici, sei riuscito a trasmettere tutte le emozioni e le sensazioni della tua esperienza.
Grazie mille Giancarlo!