qualche tempo fa Patrizia Fortunati mi ha regalato in e-book il suo romanzo, Marmellata di Prugne, edito da Ali&No. Quando lo avevo scovato nei libri da recensire del Libro del Martedì, mi aveva incuriosito la trama.
Se ho un pregio, è quello di fiutare i libri che val la pena di leggere e non mi sono sbagliato neanche questa volta. Ho chiesto a Patrizia se poteva inviarmelo, scoprendo una piccola perla che a mio avviso non può mancare nella tua libreria.
Patrizia era curiosa di avere una valutazione maschile. Chissà, forse lo considera un romanzo al femminile, io credo sia per tutti, per chi soprattutto è pronto ad aprire il suo cuore a un investimento di emozioni reali, capaci di toccarti la punta più profonda del cuore.
È la storia di Ludmilla, nata in Bielorussia nel 1986 (mia coetanea, quasi) che a novant’anni si ritrova a ripercorrere la sua vita, a sciogliere i nodi che ha legato, a fare pace con sé stessa, a rimproverarsi e a perdonarsi delle sue mancanze. Un vero e proprio bilancio di un’esistenza in buona parte sfortunata, ma densa di insegnamenti di vita.
Capirai bene che realtà e fantasia vanno a intrecciarsi: una donna nata nel 1986 può avere novanta anni solo in un futuro lontano, rispetto ad oggi. Nella prefazione al testo leggerai che realtà e fantasia sono ben bilanciate tra loro, io non credo sia così: nel corso della lettura i sentimenti si fanno così vivi e toccanti, che scorderai completamente la parte fantasiosa.
Il talento di Patrizia è indiscutibile, come lo è la sua capacità di empatia, il suo mettersi nei panni di una bambina bielorussa, come di una novantenne, e il suo contemporaneo saper trasmettere le emozioni al lettore, a tal punto che non riuscirai a staccare gli occhi dalle sue parole: io l’ho terminato in due giorni, perché per la prima volta (e sai bene quanto leggo) ho trovato un libro capace non di legare a sé solo la tua attenzione, ma il tuo cuore. Una storia già di per sé toccante, si trasforma in poesia grazie al talento di Patrizia, fino a diventare un vero e proprio inno alla vita.
Sullo sfondo il disastro di Chernobyl, che diviene salvezza per Ludmilla, perché la porta a trascorrere dieci estati in Italia, come cura dalle radiazioni. Conoscerà una realtà completamente diversa dalla sua, capace di insegnarle tanto, grazie all’affetto dei suoi italiani (anzi, dei miei italiani, visto che è tutto scritto in prima persona). E da lettore, sarai tu stesso a conoscere una realtà completamente diversa dalla tua, dura da capire e da digerire, realtà che io ho incontrato in parte nei racconti e negli occhi della mia ragazza albanese (forse anche per questo mi è piaciuto tanto) e toccando con mano alcune realtà dell’est Europa.
È una storia di incontro culturale, di sentimento, di vita. È a pieno titolo un romanzo di formazione, che potrebbe tranquillamente essere inserito tra le letture scolastiche: insegnerebbe davvero tanto ai giovani italiani, li aiuterebbe a capire mondi lontani dai loro e ad apprezzare la loro cultura e l’impegno umano e sociale di tanti nostri connazionali. E qui viene la parte reale del romanzo, perché esistono realmente associazioni che stanno salvando la vita di tanti giovani bielorussi coinvolti dalle radiazioni del disastro nucleare di Chernobyl e, come scoprirai dalla lettura, stanno probabilmente donando anche di più.
Io mi fermo qui in questa valutazione, perché ammetto di non riuscire a trovare le parole per esprimere la bellezza di questo testo. Se hai già avuto modo di leggere il mio blog, saprai che sono autore anche io, e di fronte a un capolavoro non ho problemi ad ammettere di non riuscire a trovare le parole giuste, perché ho addirittura timore di sminuire il testo stesso.
Posso solo dirti: leggilo! (e non è un consiglio, ma un imperativo categorico), perché è un testo che non ha bisogno di recensioni positive, sa parlare bene di sé da solo e soprattutto sa parlarti, toccando le corde più profonde del tuo animo, emozionandoti, commuovendoti e facendoti riflettere.
Brava Patrizia, ti auguro ogni successo possibile: perché più Marmellata di Prugne avrà successo, più ci saranno persone toccate nel profondo del cuore.
Nel leggerlo sono cresciuto tanto, e lo devo a te, al talento del tuo scrivere e quella tua enorme empatia, che mi ha mi permesso di vivere la Bielorussia e le sue fragilità.
Oggi ho scoperto un capolavoro.
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