da uno scambio di battute su facebook, ho avuto modo di conoscere Giuliana Mangione e la sua antologia LA TENSIONE DI EVA, Sguardi di donne inquiete.
Dopo averlo letteralmente assaporato le ho scritto questo commento, che oggi condivido con te.
Cara Giuliana.
È forse un po’ banale scriverti che ho divorato il tuo testo, perché verrebbe da rispondere che con 52 pagine è facile che avvenga. Eppure la brevità della tua antologia diventa una variabile trascurabile, se rapportata alla dolcezza e all’armonia del tuo scrivere.
Hai ragione, hai sicuramente uno stile che trasmette in poche battute l’essenziale al lettore, emozionandolo e trasmettendogli un messaggio che lo fa fermare a riflettere su tematiche varie. È una capacità che un po’ ti invidio, lo confesso, ma non vedendola così diffusa, mi piace pensare che sia un talento di pochi, che tu hai la fortuna di possedere.
Vorrei riuscire anche io in poche righe a raccontare una vicenda, emozionando al contempo il lettore e a farlo riflettere. Pensa che quando vedo i regolamenti dei concorsi, che limitano gli spazi a poche pagine (due cartelle, tot battute, spazi inclusi…) mi viene da chiedermi esescrivotuttoattaccatovalelostesso? 😀
E’ sicuramente un talento che si può acquisire con tanto allenamento, e leggerti mi ha aperto la mente ad uno stile che mi piacerebbe acquisire. Dunque lo conserverò nel computer per andare a ripassare ogni tanto come si scrive in modo chiaro, diretto, sintetico e al contempo armonico.
In più sono fermamente convinto che il tuo testo trasmetta molto e che non basti una sola lettura per cogliere le sfumature che trasmetti, è un qualcosa da leggere e rileggere: ad ogni rilettura si può trovare un nuovo messaggio e un nuovo pensiero su cui riflettere.
Sono convinto che ci sia un fil rouge che lega tutti i racconti, una concezione della vita e della morte che spesso tradisce un po’ di pessimismo, ma che porta a riflettere sulla fragilità umana, su quanto i fili che ci tengono qui si possano spezzare facilmente e sempre nel momento sbagliato e per cause futili (mi riferisco al racconto L’ennesima ingiustizia).
Mi è molto piaciuta l’alternanza tra poesie e narrativa, che mostrano il tuo talento in entrambi gli ambiti, anche se personalmente ho più gradito la forma narrata, ma questo dipende probabilmente dal mio orecchio poco allenato alla forma poetica.
Nota di merito, dunque, per i messaggi che trasmetti in ciascun racconto. Ho molto apprezzato quello dedicato al paesino della provincia de L’Aquila, avendo una sensibilità particolare per questa terra martriata dal terremoto.
Concludo, dicendoti che mi hai richiesto di essere oggettivo, e oggettivamente ti dirò che sono un grande stimatore del detto confuciano, Di tre individui che mi passano accanto, uno potrebbe essere il mio maestro. Da lettore posso dirti che mi hai trasmesso tanto, da autore posso confermarti che ho tanto da apprendere dal tuo stile.
Per cui ti ringrazio per quello che mi hai trasmesso con la tua antologia, per quello che ho appreso e per il tempo che hai riempito con le tue parole.
2 thoughts on “La mia recensione a “La tensione di Eva”, di Giuliana Mangione”